Sembra facile presentarsi, ma non lo è. Forse perché si tratta pur sempre di parlare di se stessi, o forse per quell'antica timidezza che prima ho odiato, poi sopportato e infine amato. 

Ad ogni modo sono a raccontarti di me, che vuol dire parlare di neve e di viaggi, di libri e di amori, quelli per le mie famiglie d'un tempo e di adesso. Sono a dirti che il mio non è un lavoro ma una chiamata che non ho potuto ignorare, che quando sono in stanza con te non esiste altro di più importante, che ti ascolto con tutto me stesso e se non piango è solo per darmi un contegno, non perché la tua storia non m'abbia trafitto. E ti dico anche che quando parlo non è per esserti amico ma per darti qualcosa che può servirti, scusami se non sempre ti piacerà. 

Ho voglia di conoscerti, spero che il mio telefono squilli, ma spetta a te decidere: semmai ci si vedrà in giro. 

Un caro saluto

Mauro